In una testarda resistenza al suo crescente pessimismo sul modo in cui la sua città si sta sviluppando, Asgari mostra i suoi sogni e le sue riflessioni in innumerevoli sfumature apocalittiche di grigio. Riflette sulla lingua madre di sua madre, sulle sue sorelle che non hanno mai potuto vedere i suoi film al cinema e su Roma, dove ha vissuto per dieci anni. Ma soprattutto, il regista desidera ardentemente uscire e volare sopra la città a un'altezza da cui tutte le persone sono uguali.