Massimo è un uomo di mezz'età con un figlio tetraplegico, che conduce una vita miope e soggiogata dalle responsabilità familiari. Dopo aver timorosamente assecondato il desiderio del figlio di irrompere nel tracciato di gara durante lo svolgimento di un evento podistico, Massimo non riesce più a dormire, ricalcando quei momenti che tanto avevano edificato il figlio. Confuso, come prima di una rivoluzione, scende di casa, vagando per le strade di una Roma deserta e punteggiata dalla sola spicciola fauna notturna, fino ad arrivare a Villa Borghese, dove si lascia andare ad una corsa disperata, fino all'esaurimento fisiologico. Dopo aver ripreso fiato, si affaccia dalla terrazza del Pincio, guardando Roma, senza aver più bisogno di occhiali, e con occhi determinati e speranzosi.